Vinitaly 2022, il presidente di Veronafiere Spa Maurizio Danese:”Tornare in fiera per riprendere a fare sviluppo

Si è svolta a Roma nella mattinata di mercoledì 30 marzo la conferenza stampa di presentazione di Vinitaly 2022, il principale Salone internazionale dei vini e distillati che giunge quest’anno alla edizione n° 54. Ad aprire i lavori, introdotto dal giornalista Rai Gianluca Semprini, è stato proprio Maurizio Danese, presidente di Veronafiere Spa:”Vogliamo guardare al presente, e soprattutto al futuro, con fiducia. Il Vinitaly torna finalmente alla sua calendarizzazione pre pandemia e, dopo due anni di assenza, avremo oltre 4mila espositori e lo spazio fieristico totalmente pieno anche grazie all’incremento della quota estera. È stato effettuato un grande lavoro di selezione di top buyer provenienti da 50 paesi e questo ci consente di affermare che le fiere in presenza tornano ad essere forti”. Danese ha poi precisato come i recenti dati relativi all’export confermino la crescita del Made in Italy, ma soprattutto da parte di grandi gruppi spesso di proprietà straniera “a scapito delle piccole e medie imprese. Tornare in fiera significa tornare a fare sviluppo, il Vinitaly gioca un ruolo centrale per l’internazionalizzazione delle piccole e medie aziende che hanno bisogno del supporto fieristico per svilupparsi nei mercati internazionali. Ogni euro investito nelle fiere si traduce in 60 euro di fatturato e 23 di indotto, questi sono i dati”.  

È seguito l’intervento di Federico Sboarina, sindaco di Verona, città che nel Vinitaly ha da sempre creduto ed investito: “Siamo stati gli ultimi a mollare nei due anni passati, ma con Opera Wine e la Special Edition siamo stati i primi a ripartire. Il Vinitaly torna nella veste che tutti conosciamo, ma da oggi parte il nuovo corso del prossimo decennio. La città di Verona crede fermamente nel Vinitaly, la punta di diamante di tutte le manifestazioni fieristiche della città e per questo sta arrivando la nuova stazione dell’alta velocità, in più ci sarà uno dei più grandi parcheggi urbani europei. Ci viene detto che uno dei valori aggiunti del Vinitaly è proprio Verona, ecco perché puntiamo molto anche su Vinitaly & the City perché chi viene da noi gode anche della bellezza della città”.

Molto pratico è stato l’intervento di Roberto Luongo, direttore generale Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane):”C’è un obiettivo di fondo, quello di rendere sempre più centrale il Vinitaly come appuntamento mondiale per il vino. Quest’anno ci saranno oltre 700 operatori provenienti dai paesi in cui le aziende hanno più interesse ad esportare, fondamentale è stata la collaborazione tra il Ministero affari esteri e Ice, anche per coinvolgere in modo allargato tutti coloro che ruotano intorno al mondo del vino. Lo sforzo che dobbiamo compiere tutti insieme è spingere la presenza dell’Italia come organizzatore di eventi fieristici. Per la prima volta abbiamo delegati africani, perché dobbiamo far sì che si avvicinino anche i nuovi consumatori, nuove realtà su cui stiamo lavorando”.

Interessante la ricerca Nomisma illustrata da Denis Pantini, avviata nel 2019 e ripresa nel 2021:”Prima della pandemia abbiamo fatto una ricerca per capire come è cambiato il rapporto degli italiani con il vino. In recupero nel 2021, ma al di sotto rispetto al 2019 causa Covid. 9 italiani su 10 consumano vino, con una tendenza in crescita del bere miscelato tra i millennials, ma non solo. Cresce il consumo trasversale di spumanti, vini bianchi e rosé e se sono soprattutto le donne ad apprezzare i vini bianchi dobbiamo registrare un apprezzamento in crescita per i rosati da parte degli uomini. Cresce la quantità media di consumo settimanale del vino, ma nei giovani è ancora moderata. I canali di acquisto per il consumo domestico soprattutto in pandemia sono stati la Gdo, ma anche l’online che è il canale che ha guadagnato di più. La percezione del consumatore è quella di aver aumentato il consumo del vino, ma l’italiano medio è convinto che usando la moderazione non si creino problemi di salute”. Da tenere sott’occhio nei prossimi anni il mercato del vino dealcolato o a basso tenore alcolico, mentre i vini biologici sembrano essere quelli destinati ad un futuro più roseo, anche se questo significa una maggiore spesa per il consumatore.

Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere Spa ha poi aggiunto:”In questi due anni non siamo rimasti fermi, ma abbiamo svolto attività di rafforzamento della presenza sui principali mercati compreso quello domestico, potenziato la manifestazione consolidando il rapporto con gli stakeholders, abbiamo fatto una sorta di piano industriale che tiene in considerazione l’andamento dei mercati avvalendoci della consulenza della Roland Berger. L’indagine ha coinvolto 230 aziende italiane del vino e il risultato conferma una forte leadership del brand Vinitaly nella promozione del prodotto e nella relazione dei mercati. La presenza di buyer esteri è importante per oltre il 76% degli espositori, ma anche di buyer italiani. È stata registrata l’esigenza di una separazione tra business e wine lovers, l’adeguamento dei servizi logistici della città e lo sviluppo delle piattaforme online”.

A concludere la giornata Stefano Patuanelli, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali:”Il vino è una eccellenza del nostro territorio. Il valore delle fiere è essenziale per promozione e business per i nostri imprenditori. Il valore della diplomazia economica è enorme, il vino è il primo prodotto esportato dall’Italia. I vini dop e gli spumanti sono in crescita con il prosecco che segna + 32%. L’Oriente rappresenta un mercato in grande espansione, dobbiamo però essere i primi in quantità e in valore, quindi va bene l’attuale situazione ma si può migliorare. In questo momento anche la filiera del vino sta pagando l’aumento dei costi di produzione, dal vetro alla carta per le etichette. Stiamo cercando di sostenere tutte le filiere produttive del nostro paese, ma l’Europa deve fare di più rispetto a quanto previsto per risollevare la filiera agroalimentare. Quanto al nutriscore, il nostro paese si è dimostrato compatto e contrario, perché l’etichetta deve contenere informazioni e non condizionare il consumatore. Quanto al mercato russo, che in questo momento è interrotto, dobbiamo indirizzare le produzioni verso altri marcati, il nostro impegno c’è”.