Vinitaly sì, Vinitaly no. Covid 19 non risparmia mondo del vino

In una lettera ai responsabili della Fiera di Verona Umberto Cosmo, titolare dell’azienda produttrice di Prosecco Superiore di Valdobbiadene Bellenda, manifesta le sue perplessità sullo spostamento della manifestazione a giugno. Un’opinione da molti condivisa, produttori e operatori, convinti che l’operazione sia utile al Vinitaly, ma non agli espositori.

Quanto pesa per Bellenda il mercato estero?

Bellenda è un’azienda di medie dimensioni nella zona del Conegliano Valdobbiadene, il fatturato estero per noi rappresenta poco più del 50% in una trentina di paesi. Produciamo circa un milione di bottiglie.

Cosa ne pensa della richiesta di apporre l’etichetta “virus free” ai campioni in partenza dall’Italia?

Credo che questa sia un’esagerazione, al momento non ci sono notizie di sorta, nessuno dei nostri importatori ci ha chiesto nessuna certificazione stiamo procedendo in questi giorni alle ultime spedizioni, poi ci fermeremo una settimana per consentire a tutti i nostri dipendenti di stare a casa. Stiamo spedendo in Giappone, Stati Uniti, Polonia, Francia, abbiamo spedito in Svizzera due giorni fa, non vedo particolari problemi, nessuno ci ha chiesto niente di particolare, bisogna essere anche chiari perché poi esagerare non fa bene a nessuno.

Veniamo alla sua lettera: è chiaro che gli importatori stranieri al Vinitaly non ci saranno, stanno chiedendo i campioni alle aziende e i giochi a giugno saranno fatti. L’edizione 2020 andrebbe annullata?

Sì. Sono da poco rientrato dagli Stati Uniti, giusto in tempo per farmi mettere in zona rossa. Nessun importatore mi ha manifestato l’intenzione di venire al Vinitaly a giugno. Per partire con nuovi importatori o importare un mercato necessariamente si parte da gennaio, fino alla metà di aprile al massimo, poi i giochi son fatti. Tornando agli importatori, alcuni li ho sentiti al telefono, anche i giapponesi e non credo che avranno nessuna intenzione di venire… Io li ho visti agli inizi di febbraio e mi avevano confermato che sarebbero venuti al Vinitaly però poi ci siamo risentiti e hanno detto che per quest’anno passano. Un altro importatore molto grosso negli Stati Uniti ha rimandato addirittura i miei viaggi di affiancamento alla seconda metà dell’anno. In camera caritatis, alcuni venditori di seconda linea sono stati invitati da Vinitaly, gente che non ha nessun potere decisionale e che servirebbe solamente per riempire un po’ i padiglioni.

L’impressione è che non saltare un’edizione del Vinitaly convenga più alla Fiera che agli espositori, per i quali la partecipazione comporta un impegno economico non indifferente.  

La fiera non è solo l’affitto dello spazio. È allestimento, è organizzare eventi, è invitare clienti, portarli in zona perché poi vengano in cantina, c’è tutta una serie di cose, di costi che, per una piccola azienda come la nostra, sono importanti. A noi Vinitaly costa tra i 50 e i 70.000 euro all’anno, di cui solo il 20% è l’affitto dello spazio. Noi viaggiamo molto, tutti quanti. Vinitaly chiaramente è più interessante per aziende molto più piccole della nostra, che non hanno una distribuzione così ampia e anche un fatturato per paese che consenta di ammortizzare un viaggio. Io faccio mezzo milione di km all’anno tra aereo e auto e, quindi in qualche maniera senza Vinitaly potrei cavarmela lo stesso, mi direbbero alcuni più piccoli. Ma che senso ha, per i più piccoli, avere dei turisti alla fiera?

Il timore è che non ci saranno nemmeno i turisti, al Vinitaly

Mi sembra molto difficile che qualcuno, anche dalla stessa Italia, decida di venire. Io ho prenotato l’albergo, però insomma, voglio anche capire che cosa succede perché alla mia vita ci tengo, diciamo. Chiudo l’azienda non perché ho paura, siamo pochi, 4 lavorano in campagna e 2 in cantina, ma siamo isolati. Io credo che abbiamo un dovere verso la società.

Anche le visite in cantina sono state vietate

Le visite in cantina le abbiamo chiuse. Oggi ho chiuso le spedizioni in Italia e credo che in due giorni chiuderemo anche le spedizioni all’estero, abbiamo un paio di container già confermati, contratti già confermati che devono partire ma solo perché la merce è pronta, rimarrà il magazziniere a caricare e un addetto all’ufficio.

State già subendo gli effetti della sospensione o diminuzione degli ordini?

Per quanto riguarda il fermo degli ordini ce ne stiamo accorgendo in Italia in maniera pesante, nel senso che da 4-5 giorni siamo arrivati al 10% degli ordini abituali. Ritengo che si fermeranno nel corso della prossima settimana o quasi e avremo una coda più lunga rispetto ai ristoranti ovviamente, perché chiaramente loro hanno, immagino, delle scorte e quindi con quelle ripartiranno. Per noi la coda sarà lunga fino all’inizio dell’estate abbondante. Avremo delle crisi non indifferenti, spero che tenga l’estero, ecco. Le prospettive ci sono perché, a meno che non succeda un patatrac, hanno confermato tutti. L’anno è partito molto bene, i primi due mesi son partiti bene quest’anno, era un pezzo che non vedevo una cosa del genere e questo mi fa anche piacere. È arrivata questa tegola tra capo e collo che ci ha messi un po’ nell’incertezza. Non c’è stata una capacità, mi metto anche nei panni di chi deve decidere, chiaro che non è facile prendere scelte importanti per la vita dei cittadini, però…non mi faccia dire di più.