È il desiderio di tutti quello di rimanere giovani e attivi. E in questa ricerca di lunga vita la sana alimentazione sta dimostrando di essere più efficace di qualsiasi mix di laboratorio o pozione magica. Al primo posto la dieta mediterranea, Patrimonio dell’Unesco, da sempre conferma che mangiare in modo variegato ed equilibrato mantiene sano il corpo, soprattutto prediligendo quegli alimenti di cui il nostro bel Paese è ricco. E tra questi c’è l’olio extravergine d’oliva, di cui l’Italia è un produttore di qualità e che dalle ultime ricerche condotte da Giorgio D’Andrea, ricercatore presso l’Istituto di Biochimica e Biologia Cellulare del CNR di Roma, vincitore di una borsa di ricerca assegnata da Fondazione Umberto Veronesi e “adottato” da Monini, pare che sia l’elisir di giovinezza mentale.
Una ricerca tutta italiana, che vede impegnati oltre al CNR anche ricercatori dell’Università della Tuscia e della LUMSA di Roma, quanto mai strategica in un Paese che invecchia, con un tasso di natalità in costante discesa e un’aspettativa di vita che fortunatamente si allunga. Oggi che l’asticella della terza età si alza e si sposta sempre più avanti, migliorare la qualità della vita delle persone anziane, contribuendo a renderle “over” solo anagraficamente, è un obiettivo molto sentito. Proprio a questo si dedica lo studio portato avanti da Giorgio D’Andrea, che nel corso di quest’anno cercherà di capire se e come il consumo di olio extravergine di oliva possa contribuire a rallentare l’invecchiamento cognitivo.
Ma perché concentrarsi proprio sull’olio extravergine e in che modo l’olio extravergine fa bene al cervello?
Lo abbiamo chiesto direttamente al dott. Giorgio D’Andrea che ci dice: “Oltre ad esaltare molti dei nostri piatti in cucina, nel corso degli anni sempre più ricerche hanno evidenziato le proprietà benefiche di questo ingrediente, le quali possono essere attribuite alle molte classi di molecole presenti in esso. Tra tutte i tipi di molecole presenti nell’olio extravergine d’oliva, le molecole fenoliche sembrano giocare un ruolo chiave in questi effetti benefici sul cervello, e non solo, e tale attività benefica può essere attribuita alla loro capacità antiossidante. Un lavoro pubblicato dal nostro laboratorio nel 2020 ha mostrato che l’idrossitirosolo, una molecola fenolica presente nell’olio extravergine d’oliva, stimola la produzione di nuovi neuroni negli anziani riattivando le cellule staminali e progenitrici. E attualmente stiamo indagando sul meccanismo d’azione di questa molecola e sul suo possibile utilizzo di questa molecola per combattere il declino cognitivo correlato all’invecchiamento. E oltre a questi ci sono anche altri studi che evidenziano un potere benefico dell’olio extravergine d’oliva sul cervello e sulle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer”.
Dove sono contenute le proprietà che secondo la ricerca in corso porterebbero a una attività neuronale antinvecchiamento (diciamo così)?
Come già anticipato, molto probabilmente la proprietà anti-invecchiamento dell’idrossitirosolo possono essere attribuite alla sua attività anti-ossidante. Attualmente stiamo cercando di comprendere meglio il meccanismo d’azione della molecola.
Quali altro tipo di benefici porta l’olio extravergine d’oliva al nostro corpo?
Gli effetti benefici dell’olio extravergine d’oliva sono veramente molti. E’ noto un suo effetto benefico sul sistema cardiovascolare, sul sistema immunitario, sul sistema digerente, il cervello ecc… Inoltre, i fenoli presenti nell’olio extravergine d’oliva, compreso l’idrossitirosolo, hanno mostrato effetti benefici sia nel prevenire lo sviluppo di tumori, ma anche un loro possibile utilizzo nelle terapie.
Questa ricetta conferma in parte la teoria della dieta mediterranea che risulta essere sempre tra le migliori forme di alimentazione.
La dieta mediterranea è sicuramente tra le migliori diete, per la tipologia di alimenti che vengono assunti, la varietà, il rapporto calorimetrico ecc.., oltre ad essere anche una delle migliori a livello gustativo. Inizialmente, gli studi di Ancel Keys avevamo correlato la dieta mediterranea ad un minor tasso di mortalità e benefici sul sistema cardiovascolare. Tuttavia, nel corso degli anni molte ricerche hanno evidenziato sempre più effetti benefici di questa dieta su molti altri tessuti.
La ricerca effettuata sottolinea quanto la scienza e la stessa medicina spesso passano dalla tavola, l’alimentazione corretta può essere definita come prima “medicina naturale” per mantenere sano il nostro organismo?
Nel 1800 il filosofo tedesco Feuerbach affermava “noi siamo quello che mangiamo” e oggi tutte le ricerche hanno confermato questa tesi. Infatti, quello che noi inseriamo nel nostro organismo mediante la dieta influenza notevolmente lo stato di salute del nostro organismo e mangiare bene, bilanciando la nostra dieta e scegliendo alimenti di qualità, è il primo passo per mantenere sano il nostro organismo. Ovviamente l’olio come elisir di giovinezza va conosciuto e saputo anche usare, e a questo scopo abbiamo rivolto qualche domanda alla Monini, promotrice e finanziatrice di questa importante ricerca.
Quanto uso si fa di olio extravergine in Italia? C’è un calcolo per persona o famiglia? Esiste un utilizzo corretto dell’olio extravergine
L’acquisto medio di olio extravergine d’oliva in Italia è di 11,5 litri a famiglia (Fonte Nielsen a fine 2020)
La dose consigliata giornaliera è di 20gr al giorno, da consumarsi a crudo per mantenere integre le preziose componenti nutraceutiche.
In Italia c’è una grande tradizione legata all’olio e alla sua produzione. Ma quanta cultura e consapevolezza c’è sull’olio di qualità e sui suoi benefici a tavola?
Purtroppo ancora poca. Non sono molti i consumatori in grado di distinguere un olio di qualità superiore rispetto ad un olio di media qualità. È sicuramente un prodotto di grande tradizione, ma c’è ancora poca conoscenza del prodotto e poca ricerca della qualità. La maggior parte dei consumatori in Italia acquista l’olio extravergine nei supermercati solo quando il prodotto è in promozione (nel 2020 la pressione promozionale media della Categoria è stata del 59%), spesso cambiando le scelte d’acquisto in base al prezzo o alla promozione in corso. Per esempio moderando i commenti sui nostri presidi social ci accorgiamo di quanti luoghi comuni e falsi miti ruotino intorno a questo prodotto.
Qual è l’uso migliore dell’olio extravergine e cosa bisogna fare per non rovinarlo?
Alcuni accorgimenti per una buona conservazione dell’olio e delle sue caratteristiche. I principali “nemici” dell’olio, in grado di alterare le proprietà qualitative del prodotto, restano aria, luce e calore: per questo la conservazione prevede temperature tra i 15-20 C°, al buio e con il tappo ben chiuso.
A quanto pare c’è ancora molto da imparare sull’olio extravergine di oliva di qualità per un consumo e soprattutto per una scelta corretta del prodotto. Se poi ci spostiamo sul versante della produzione possiamo confermare che ricerche come questa condotta dal dr. D’Andrea e Monini riescano ad aprire nuovi scenari produttivi e miglioramenti tecnologici, come o stesso ricercatore ci spiega in ultima battuta.
La ricerca applicata ha come scopo quello di spiegare il perché alcuni alimenti hanno effetti benefici, capirne le cause al fine di migliorare la qualità della vita delle persone. Nel corso degli anni è venuto fuori che molto spesso uno sfruttamento più sostenibile delle risorse ambientali coincide anche con alimenti più sani.
Un esempio correlato alla mia ricerca, noi abbiamo osservato che l’idrossitirosolo ha questo effetto anti-invecchiamento nel cervello anziano e come detto in precedenza l’idrossitirosolo è un fenolo che è presente nell’olio. Tuttavia, la natura chimica di questa molecola fa si che durante l’estrazione dell’olio la maggior parte dell’idrossitirosolo finisca nelle acque di scarto dei frantoi dove è potenzialmente pericoloso perché aumenta il potere inquinante di queste acque. Per tale ragione, mettere il risalto il potere benefico di questa molecola dovrebbe incentivare lo sviluppo metodi di estrazione differenti al fine aumentare la concentrazione di idrossitirosolo nell’olio oppure recuperare l’idrossitirosolo dalle acque di scarto dei frantoi e utilizzarlo per fini terapeutici. In ogni caso, quello che si ottiene è un calo del potere inquinante degli scarti dei frantoi e un aumento della sostenibilità nella produzione dell’olio.
Questo è un piccolo esempio riguardante l’olio e una molecola presente in esso, il concetto è che la ricerca scientifica può con i suoi risultati incentivare uno sfruttamento più sostenibile delle risorse alimentari.