L’Unione Europea approva il nuovo cibo del futuro: il grillo domestico

Sarà più forte la tentazione di cadere nel nostro ostinato retaggio culturale o la curiosità di abbracciare ed accogliere nuove forme di alimentazione? Continuare con l’inquinamento agroalimentare rischiando la grande carenza di materia prima o puntare tutto sulla sostenibilità, con la convinzione che le innovazioni del nostro futuro riguardino anche il cibo?  Difficile la scelta, ma rincuora la piena fiducia nelle istituzioni e negli enti di sicurezza alimentare. E così è accaduto anche l’8 dicembre scorso, quando il grillo domestico è divenuto il terzo insetto approvato dalla Commissione Europea come cibo per gli esseri umani; gli stati menbri hanno appoggiato la proposta di una compagnia di produzione, dopo che l’Efsa-l’Autorità competente per la sicurezza alimentare-, ha dato il benestare alla suddetta destinazione,  catalogandolo come alimento sicuro. Fino ad oggi l’insetto, facente parte della famiglia degli ortotteri, veniva allevato e utilizzato esclusivamente come mangime per gli animali domestici, oggi invece è diventato un nuovo alimento che presto potrà giungere sulle nostre tavole sotto svariati formati.

La sostenibilità formato insetto

I primi due insetti ad essere stati approvati nel 2021 sono  la locusta migratoria e la tarma della farina, che insieme al grillo pare abbiano un contenuto proteico molto importante (dal 60 all’80% di proteine) e potranno entrare quindi a far parte di un sistema alimentare più sostenibile, sostituendo alimenti sempre più difficilmente reperibili. Inoltre dal punto di vista ambientale delle risorse necessarie per il loro allevamento si pensi che “un chilo di grilli ha bisogno di 15 mila litri di acqua in meno per ogni chilo di carne prodotta e il loro allevamento genera 100 volte meno gas a effetto serra.”

Gli insetti sulle tavole europee

Questi invertebrati rappresentano una nicchia molto piccola nel mercato alimentare europeo, che per motivi culturali non è avvezzo a questo tipo di cibo, consumato in altre parti del mondo (circa nel 25% del pianeta). Infatti, mentre in alcuni paesi, come il Belgio, l’Olanda, la Danimarca e alcune regioni della Germania  questi prodotti sono già sui banchi di vendita nei formati  interi, congelati, essiccati, o in polvere, altri paesi, come l’Italia, aspetta le autorizzazioni ufficiali dell’Efsa;  quindi ancora nel bel paese non è permesso il commercio di tali insetti.

L’avanzata del nuovo cibo

Ma questo non ferma però l’evoluzione naturale di alcune aziende che già hanno investito  in “quello che in un prossimo futuro dovrà essere considerato la più eco-sostenibile fonte proteica del pianeta”, come dichiara sul suo sito web la Italian Cricket Farm, azienda torinese specializzata nella produzione di insetti per adesso destinati solo al consumo animale. Ancora dicono :“per noi Made in Italy vuol dire proiettarsi verso il futuro attraverso gli strumenti del passato.” Se si pensa che “un terzo delle terre del mondo è utilizzato per produrre carne di manzo. In media, 200mq di superficie sono usati per produrre 1kg di manzo. Per gli insetti servono solo 15mq per la stessa quantità.”

Quindi anche l’Europa apre le porte al cibo del futuro, tanto che secondo uno studio del 2019 della Ipiff, la International Platform of Insects for Food and Feed , leader nel settore,  “gli investimenti delle aziende agricole che allevano e trasformano insetti hanno raggiunto i 600 milioni di euro.” Cifra che potrebbe esponenzialmente aumentare nei prossimi anni  qualora arrivasse il via libera dell’Efsa alla commercializzazione.